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LA LOPU STRAVOLGE I TEMPI DI SELEZIONE
La selezione genomica, oltre ad altri indiscussi meriti, ha accorciato drasticamente i tempi di miglioramento delle razze bovine, soprattutto quella frisona, la più popolosa nel mondo.
Il livello medio delle performance in moltissime stalle si è alzato tantissimo.
Chi ha scelto di usare in modo razionale i tori genomici già anni fa, oggi trova notevoli miglioramenti nella mandria.
La corsa  ad offrire tori (e manze) di altissimo livello genetico, ha portato i Centri Genetici ad investire cifre enormi.
Chi pensava che la genomica avrebbe fatto risparmiare soldi ai Centri non sa che invece questi costi sono molto lievitati.
Se è pur vero che non occorre più mantenere un torello per cinque anni e aspettare i risultati delle figlie per decidere se è un miglioratore o meno (le “vecchie” prove di progenie”) è anche vero che la pressione selettiva della genomica si è quasi quadruplicata.
Se prima si “promuovevano” mediamente 10 tori su 100 messi in prova, oggi con la genomica si è passati a 2,8 su 100.
Questo significa fare una preselezione (test, analisi dati, verifica sul campo, acquisti soggetti a prezzi crescenti) ancor più onerosa.

Ma si va oltre.
Nella selezione si applicano delle tecniche già note per accorciare ancora di più i tempi di selezione: la LOPU (laparoscopic ovum pick up, prelievo di ovociti per via laparoscopica) effettuata a due mesi di età della vitella con altissimo valore genetico.
Gli ovociti vengono fecondati in vitro con il seme dei tori che interessano in quel momento e si impiantano su riceventi.
Il seme taurino viene prelevato ancora aspettando la prima naturale produzione (6-8 mesi).
Quindi, fatto salvo il successo della fecondazione e del buon esito dell’impianto embrionale, nascono vitelli (maschi o femmine, in base agli obiettivi) le cui madri hanno circa 12-14 mesi, l’età in cui solitamente iniziano la carriera riproduttiva.
Da Genex sono già nati i primi vitelli frutto di questa tecnologia e strategia.


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